Battleblog #10: Creare una storia di impatto basata sull’autenticità

Se c’è una cosa di cui sono orgoglioso sopra tutto il resto in Battlefield 3, è il tono del gioco.

Il tono è una vibrazione. E’ stile. E’ un’emozione. Ecco perchè Il Cavaliere Oscuro è fantastico e il Batman degli anni 60 non lo è, la differenza tra Salvate il Soldato Ryan e Hogan’s Heroes. E’ una di quelle cose che, se le fai per bene, influiscono su tutto. Più di ogni altra cosa nella storia single player di Battlefield 3, questo è dove ci siamo impegnati per fare qualcosa di diverso.

Battlefield 3 si avvicina molto di più alla realtà contemporanea e agli eventi attuali rispetto agli altri giochi della serie. Stiamo mostrando una guerra e tutto ciò che comporta. Abbiamo provato a stare più vicini allo slang dei guerrieri moderni. Abbiamo unito passaggi che costruiscono la tensione con il caos delle sparatorie improvvise. Abbiamo cercato di mantenere il feeling del gioco il più credibile possibile, perché il momento in cui il pubblico smette di credere che possa succedere, allora diventi niente più che uno sparatutto tra gli altri.

Abbiamo adorato fare Battlefield: Bad Company e Bad Company 2. Sono stati davvero divertenti, avevano il loro tema caratteristico, erano a cuor leggero. In essenza, erano una ventata di avventura. Indiana jones con un fucile d’assalto. Ma con Battlefield 3, sapevamo di doverci davvero separare da quei personaggi e quei temi. Dovevamo andare da qualche altra parte e fare qualcos’altro e premere una fila diversa di bottoni. Stiamo raccontando una storia di guerra ora, e ciò significa che ha bisogno di farsi sentire credibile, contemporanea, e ha bisogno di collegarsi a cose e emozioni che non abbiamo mai provato a connettere prima, o per cui ci mancavano i mezzi per farlo bene.

La storia non lineare in Battlefield 3 è raccontata con una tecnica narrativa a cornice, in cui il Sergente Henry “Black” Blackburn dei Marines degli Stati uniti sta venendo interrogato sui recenti eventi che hanno scosso il mondo. Ciò che il giocatore gioca realmente sono i ricordi di Black degli eventi in cui una nuova minaccia conosciuta come PLR lo ha costretto a partecipare in operazioni militari congiunte in tutto il mondo.

Mentre i giocatori sono portati da Parigi a New York alle distese di sabbia del deserto di Teheran e oltre dalla campagna in singolo, essi entreranno nei panni di diversi personaggi dei diversi rami delle Forze Armate. Ogni personaggio giocabile in battlefield 3 permette al giocatore di ottenere la proprioa prospettiva sugli eventi caotici che traspaiono, dandoci la possibilità di esplorare la psiche umana e cosa significhi essere umani.

In DICE ci prendiamo cura dei personaggi. Questo era vero per Bad Company e lo è ora. Li mettiamo in situazioni difficili. Facciamo loro domande. In Battlefield 3, gli chiediamo: “Cosa faresti veramente per il tuo paese?”. La risposta del Marine degli USA Blackburn potrebbe essere diversa da quella di un altro personaggio. Potrebbe essere la stessa. Abbiamo provato a mettere la nostra gente in contesti dove possono fare scelte emozionalmente valide. Giocare tutti i diversi personaggi e toccare con mano le loro situazioni e i loro metodi porta ad un’esperienza più forte, più emozionante e più immersiva nella campagna single player.

Stiamo creando un gioco differente da tutto ciò che abbiamo fatto finora. E’ spaventoso. E’ molto più grande in scala e più grande in drammaticità. Il tono colpisce molto più da vicino, è più duro e crudo rispetto a ciò che abbiamo fatto finora. Ma i valori, penso, prendersi cura delle persone vicine, le persone che si incontrano, le persone con cui si gioca.

Questa è una costante per noi.

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